Riporto la mia esperienza personale per le gare di skyrunning, che però penso possano essere assimilate all'atletica, e in particolare alla maratona e all'ultramaratona...
Si sente spesso dire, dagli esperti di psicologia sportiva, che l'atleta dovrebbe arrivare alla gara con un giusto grado di tensione, tale da creare la grinta agonistica ma non tale da creare il "terrore" della gara. Io, personalmente, questo giusto grado riesco a raggiungerlo solo se la gara è lunga, oltre le 2 ore, perchè so che se sbaglio qualcosa ci sarà poi tutto il tempo di correggere. Io sono uno che riflette molto durante la gara. Lo faccio anche in allenamento, quando provo il tempo su salite che uso come test.
Quando facevo arrampicata, viceversa, arrivavo in gara teso come una corda di violino. Alla fine ho ottenuto comunque ottimi risultati a livello nazionale, ma mai paragonabili a quanto ero in grado di esprimere, ad esempio, in allenamento, senza la tensione della gara.
Altra cosa molto importante: bisogna arrivare alla gara avendo già la quasi certezza del tempo che si farà; io, circa 2-3 settimane prima di ogni gara, faccio una simulazione di gara, su percorsi con caratteristiche analoghe. Su gare lunghe non si può partire allo sbaraglio, a tutta, con la speranza di "tenere duro". Se ho a disposizione il percorso stesso della gara, vado a fare proprio quello.
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